Una produzione discreta sul piano quantitativo ma non omogenea su tutto il territorio.  Guardando, poi, al gusto c’è da essere più che ottimisti per un prodotto di eccelsa qualità. Un calo della produzione dovuta, essenzialmente, ad un’estate poco piovosa che se da un lato ha offerto un’accelerazione alla maturazione precoce delle olive, dall’altro non ha garantito alle colture l’alimento principe per assicurare un abbondante raccolto. Sono poco meno di 1900, almeno fino a ora, i quintali di olio Dop certificato fino ad oggi (189 mila 848 chilogrammi per l’esattezza) nel comprensorio della Dop Monti Iblei che include quasi per intero la provincia di Ragusa, buona parte della provincia di Siracusa e una “piccola” fetta del versante catanese. I dati definitivi dell’olio Dop Monti Iblei certificato saranno comunque comunicati tra poco meno di un mese. “Abbiamo avuto modo di registrare una qualità eccelsa – spiega il presidente del consorzio di tutela dell’olio Dop Monti Iblei, Giuseppe Arezzo – nel corso di un’annata caratterizzata da mille problematiche, non ultima la drammatica situazione legata alla pandemia. I nostri produttori, ancora una volta, hanno dimostrato, comunque, un grande spirito di impresa pur alle prese con un mercato, in questo momento storico, assai complicato. Siamo convinti che, con la modifica del disciplinare di produzione e l’ingresso di nuove realtà come Carlentini, Avola, Mirabella Imbaccari e Scordia, si concretizzeranno maggiori opportunità per i nostri consorziati”.

“Altra novità – aggiunge Arezzo – riguarderà l’inserimento di due varietà autoctone Biancolilla e Zaituna e la possibilità, per i produttori, di realizzare oli monocultivar o, in alternativa, con uno, due, tre e al massimo cinque cultivar diverse”.

Il consorzio, intanto, ha lavorato alacremente per la promozione e la valorizzazione del prodotto “principe”. Lo chef Andrea Perini, nel suo  volume “Trentagocce”, ha dedicato un ampio spazio al consorzio di tutela dell’olio Dop Monti Iblei con un articolo dal titolo “Dall’albero alla tavola”. Un volume che, oltre a raccontare trenta piatti del giovane talento toscano in abbinamento ad altrettanti oli Evo italiani di altissima qualità, passa in rassegna l’intero percorso dall’albero di olivo fino alla tavola. Ai maggiori esperti del settore, giornalisti e degustatori, sono affidati i focus sull’olio in cucina, nella storia e sui mercati, nonché i segreti sulla coltivazione e la frangitura delle olive.